30 settembre 2007
di Marco Rossetti
Come sempre... ogni anno è arrivato quel giorno... quel
particolare giorno in cui presente passato e futuro sembrano mischiarsi... ci
sono arrivato con la solita ansia agrodolce che conosco molto bene... io e
lei... la Vauda... la Bric & Valun.
A questo punto è doveroso fare un preambolo, per chi non conosce ciò di cui sto
parlando... la Bric & Valun non è solo una corsa campestre e la Vauda non è solo
un saliscendi di campi e boschi che si snodano dalle parti di Volpiano, il mio
paese.
Partiamo dal luogo... un luogo per certi versi magico, per certi altri
emblematico... perchè alla fine sembra unire con un filo diretto le esperienze
di tutti gli abitanti del mio paese e non solo... chi andava a fumarsi di
nascosto le prime sigarette dietro la chiesetta di Madonna delle Vigne... chi si
imboscava con la prima fidanzatina per i prati... le scorribande con i motorini
quando ancora non si poteva portarli... e la pace, la tranquillità delle
passeggiate di quando da piccolo la percorrevi con i tuoi genitori... il suono
ritmato e cadenzato dei passi, adesso, luogo in cui da adolescente mi pareva
quasi le foglie, gli alberi e tutto sembrasse dirmi qualcosa. Il perdere tutto
ciò... il ricordarmi, anni dopo, ritornando a correre nel cuore della Vauda...
che alla fine in quel posto per diversi motivi mi ricordo cosa sono, mi ricordo
come il correre sia un qualcosa di geneticamente incasellato nel mio DNA... un
mio vecchio amico era solito dirmi "La cosa singolare di te è che tu non
cammini... sembra tu corra sempre...". Quanti pensieri ha raccolto e continua a
raccogliere la Vauda durante quelli che definire allenamenti mi pare quasi far
un torto alla sacralità (sì scomodo paroloni) di quei momenti. La corsa e la Vauda sono sempre state le mie risposte ai grandi drammi ed alle grandi gioie
che mi sono capitate fino ad oggi ed è davvero singolare...come un amico fidato
con il quale sai (e vuoi) condividere tutto quanto.
Arriviamo alla Bric & Valun... che non è solo una corsa, per chi è di Volpiano,
per chi, come me sa cosa sia la Vauda... cosa rappresenti il percorrere i suoi
sentieri fangosi ed i secchi battuti che durante l'anno si alternano con
l'alternarsi delle stagioni. E' un qualcosa che nell'immaginario collettivo (e
mio) è sempre stato un modo per onorare quel posto, per rendere merito al fatto
che rappresenta un qualcosa di singolarmente aggregante all'interno del nostro
paese... i ragazzini nascono con il mito e l'appuntamento per la competizione
più breve, di 6km... nella quale è facile vedere al via intere famiglie che
percorrono il loro cammino con la spensieratezza del fare, tutti quanti,
qualcosa assieme... è la tradizione e il fascino della gara competitiva, di
13km... che diventa il naturale sfogo per chi vuole rendere la Bric & Valun
davvero speciale, vivendola fino in fondo nella piena essenza dei luoghi che si
trova a percorrere.
Avevo 12 anni la prima volta che mi presentai alla partenza della 13km... e
ricordo bene quanto ci tenessero i miei nonni... facevo già atletica... ma per
loro partecipare ad un campionato italiano o vincere un titolo regionale era un
qualcosa di troppo astratto e distante per poter avere un valore... loro, come
tutti i Volpianesi, conoscevano la Bric & Valun, l'avevano vista nascere nei
lontani anni in cui ha iniziato a sedurre con il suo fascino l'intero paese e
per loro era la massima espressione dello sport... ci tenevano che la
vincessi... e da quando a sorpresa, arrivai terzo a 17 anni... ogni anno ci
speravano... sentivo di doverlo a mia nonna che intanto era scomparsa... e l'ho
sempre promesso senza mantenerlo gli ultimi anni... quelli in cui mio nonno
oramai divorato dal parkinson riusciva ancora a capire e a sentire quanto
rappresentasse quella gara, che non è solo una gara.
Mio nonno se n'è andato quest'anno... e oggi presentandomi alla linea di
partenza ho pensato a lui, a mia nonna... alla mia nonna che c'è ancora e che ha
sempre sperato che un giorno tornassi per dirle "stavolta ce l'ho fatta..!". Se
vi suona maledettamente poetico e sdolcinato non m'importa... questa è una cosa
mia ed ha questi contorni, esattamente questa definizione e non mi vergogno
assolutamente a parlarne per ciò che per me rappresenta... oggi sono partito
senza l'obbligo di vincere... solo con la speranza di farlo... e forse è proprio
per questo che ci sono riuscito.
Alla partenza ero teso... parecchio teso... ma pensavo solo a guardare in
direzione della Vauda... a quel tratto di asfalto che dalla piazza antistante
alla chiesa parrocchiale ci avrebbe portato nel cuore delle salite e discese
pietrose dei posti che conosco bene. Lo sparo... le gambe che partono al loro
ritmo, al ritmo che sanno di dover tenere, senza strafare... perchè nella Bric &
Valun non si fronteggiano solo gli altri, nel mio caso mi son trovato molte
volte a fronteggiare me stesso per primo... i passi degli altri si fanno
distanti... mi balena per un attimo il momento che la cosa possa risolversi in
maniera più facile del previsto... e puntuale ecco arrivare dalle retrovie un
ragazzo. Non è di queste zone... è venuto da fuori attirato anche lui dal
fascino della Bric... si aggancia a me... e subito cerca di prendere un margine
forzando l'andatura... va troppo forte... decido di lasciarlo andare ma si
assesta prendendo una decina di metri su di me. Arriva la prima salita... la
Bric è famosa per le sue salite che spezzano le gambe e tagliano a metà il
fiato... è importante sapersi dosare... usare la testa e non correre solo col
cuore... mi riaggancio... alla prima discesa in pietraia riprende vantaggio...
vola sui sassi senza paura mentre io mi controllo... altra salita... in salita
vado il doppio... lo riprendo... e proseguiamo assieme per un lungo tratto
mentre nella mia mente inizio a dirmi che non posso mandare a puttane tutto
un'altra volta, solo per la mia smania di concludere... la Bric va
corteggiata... bisogna portarle rispetto perchè ad ogni minimo gesto sbagliato
la Vauda è pronta a farsi sentire. E accade... siamo a poco più della metà della
gara... sto bene, benissimo... attacco... le gambe viaggiano, il fiato c'è...
inizio a staccare il mio compagno di gara ed è lì... sul campo di pannocchie di
granturco, che arriva la crisi... la fitta al polmone... sono andato fuorigiri...
il fiato è ok... le gambe anche... ma la fitta si fa sentire... so cosa devo
fare... controllare... aspettare... uno...due km e tutto dovrebbe rientrare...
non devo strafare... l'altro torna sotto... ci sto... sto al gioco, non
rispondo... so che devo avere pazienza... aspettare.
Decimo kilometro... pochi metri e ci sarà l'ultima salita... salita spaccaossa
di due tornanti che salgono veramente ripidi su per un quattrocento metri... so
che è lì che devo attaccare... lei arriva... e io la affronto deciso... l'altro
non risponde... è solo più una corsa contro me stesso... mi giro solo una volta
a vedere dove sia, quando scollino alla fine della salita... non lo vedo...
allora solo spingere, fino infondo... solo pensare a niente... svuotare la
mente... l'ultimo tratto... qualcuno mi incita... tutto è ovattato, distante...
arrivo alla chiesetta di Madonna delle Vigne... penso ai miei nonni, ci ho
pensato tutta la gara... penso che staran sorridendo...assieme, ovunque siano e
sono contento. Capita rare volte per me di fare qualcosa sapendo che sto facendo
la cosa giusta senza chiedermelo, semplicemente perchè E' così... oggi è stato
uno di quei momenti... onoro la Bric fino all'ultimo metro, perchè si fa così...
si aumenta quando si arriva in paese e la gente, volti noti, mi sorridono... si
aumenta quando i miei ragazzi dell'atletica, che han dominato la gara da 6km, mi
vedono gli ultimi duecento metri e cercano di accompagnarmi nella mia volata...
arrivo... tutto sembra chiudersi... la 34esima Bric & Valun porta il mio nome...
Bric & Valun vuol dire, in piemontese, "Sali e Scendi"... per via delle numerose
salite e discese che la caratterizzano... io oggi ho vinto la mia in salita...
una salita che per certi versi imperversa su altri fronti... spero che da oggi
inizi una nuova discesa.
Sono "solo" contento... tanto.
Marc.
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